domenica 6 marzo 2011

Le proporzioni e il rapporto armonico nell’architettura.




Le proporzioni e il rapporto armonico nell’architettura.

 La trattatistica del Settecento italiano


         Il trattato si compone di sei capitoli:
·         Le fonti”;
·         Architettura e razionalismo settecentesco”;
·         Il Settecento e il problema delle proporzioni”;
·         Il linguaggio architettonico e musicale nel Settecento”;
·         Il razionalismo musicale nel Settecento”;
·         La razionalizzazione della musica”.

L’opera è completa di un’approfondita bibliografia e di un indice delle biografie.
Il numero complessivo di pagine nell’impostazione tradizionale per la stampa, suscettibile di modifiche in base ai criteri della Casa Editrice, è pari a 136.




















PRESENTAZIONE

Tema centrale di questo trattato è il rapporto armonico nell’architettura secondo la prospettiva definita dalla trattatistica del Settecento italiano.
Attraverso un’indagine condotta a partire dall’esame diretto delle fonti documentali, lo studio propone un’accurata ricostruzione del dibattito teorico sulla funzione dell’architettura nell’Età dei Lumi, epoca caratterizzata dall’emersione di nuovi bisogni in relazione a una società che si apre alla modernità coltivando l’ottimismo della ragione, senza tuttavia dimenticare l’insegnamento dei maestri dell’antichità e l’esperienza dell’umanesimo rinascimentale di Palladio.
In questo processo di rielaborazione e adattamento dei modelli della classicità alle rinnovate esigenze di creazione degli spazi pubblici e privati della borghesia settecentesca, riveste essenziale importanza il concetto di armonia, inteso non solo nella sua dimensione puramente architettonica, ma quale principio ispiratore della vita e dell’ordine sociale.
Secondo dunque una visione unitaria dell’uomo e del sapere, non ancora dominata dalla tendenza analitica che avrà il sopravvento con il positivismo ottocentesco, le regole dell’armonia trovano contemporanea applicazione nel campo della matematica, della musica e dell’architettura.
Ed è appunto il dialogo tra le discipline fondamentali del mondo dei numeri a rappresentare lo svolgimento della presente opera, la cui principale finalità è di riportare alla luce, attraverso le parole dei protagonisti del Settecento italiano, temi e riflessioni di grande attualità in una fase storica, la nostra, nella quale sembra definitivamente smarrita l’aspirazione alla felicità universale.
Musica e architettura sono linguaggi per natura universali, che nella concezione razionalistica del Settecento sono rivolti alla realizzazione di un progetto di armonica composizione dei molteplici elementi che concorrono alla “costruzione” di un insieme, sia esso una sinfonia o un volume che definisce uno spazio.
In questo senso, il trattato qui proposto vuole essere soprattutto uno strumento per quanti condividono l’opinione che un razionale governo del territorio non possa prescindere dall’ideale classico di proporzione ed equilibrio, del quale costituiscono tuttora una testimonianza vivente le opere dei maestri del razionalismo settecentesco.










IL PROBLEMA DELLA MEDIA PROPORZIONALE
ARMONICA IN ARCHITETTURA

        IL problema della media proporzionale armonica nasce il 15 agosto del 1534, anno in cui il Doge Andrea Gritti pose la prima pietra della nuova chiesa, la cui edificazione venne iniziata in base al disegno di Jacopo Sansovino.
            Ma presto sorsero divergenze circa le proporzioni della pianta, e il Doge incaricò Francesco Giorgi , frate francescano del monastero cui apparteneva la chiesa, di scrivere un memorandum a proposito del modello sansoniano.
            Francesco Giorgi aveva acquistato fama per uno studio sul problema della proporzione in ogni suo aspetto;  Giorgi suggerisce di fissare la larghezza della navata in 9 passi, cioè il quadrato di 3: [[numero primo e divino]].    
Secondo la concezione numerica pitagorica, 3 è il primo numero reale, perché ha un principio, un termine medio e un fine.
Inoltre esso è divino, come simbolo della Trinità.
La larghezza della navata, secondo Giorgi deve essere di 27 passi, vale a dire tre volte 9.
Il quadrato e il cubo del numero 3 contengono gli accordi cosmici, come Platone ha mostrato nel Timeo; né Platone né Aristotele, che conoscevano le forze vere che giocano nella  natura, oltrepassarono il numero 27 nelle loro analisi del mondo.
Tuttavia, non sono importanti i numeri in se stessi, ma i rapporti fra di essi;  e che i rapporti cosmici debbano essere considerati vincolanti anche nel microcosmo, appare evidente dal comando di Dio a Mosè di costruire il Tabernacolo secondo il modello del mondo, e nella risoluzione di salomone di conferire le proporzioni del Tabernacolo al Tempio.
Il Giorgi definisce inoltre la proporzione suggerita tra larghezza e lunghezza della navata [[9:27]] in termini musicali; essa costituisce un’ottava e una quinta naturale.
Ottava e quinta significano infatti, rispettivamente, i termini da lui usati: diapason 1*)  ediapente 2*) 9:27 costituisce un’ottava e una quinta , se è visto nella progressione 9:18:27; poiché
9:18 = 1:2 un’ottava, e 18:27 = 2:3 una quinta.
Sulla base di quanto enunciato, il Giorgi non volle procedere  al di là del numero 27 e perché i rapporti misurati nello spazio e quelli delle tonalità musicali siano per lui sinonimi.
In seguito le sue raccomandazioni si conformano a questi rapporti fondamentali.
La [[cappella grande]] all’estremità della navata, a somiglianza del capo del corpo umano, sarà lunga nove passi e larga sei, in modo che la sua lunghezza ripeta la larghezza della navata, e la sua larghezza sia in rapporto a quella della navata secondo il rapporto di 2:3, ossia, in termini musicali, di una quinta.
Nel contempo il rapporto di 2:3 sarà valido per la larghezza e la lunghezza della cappella stessa.
Il coro, dietro la [[cappella grande]]  dovrebbe ripeterne le misure secondo il rapporto 6:9.
L’intera lunghezza della chiesa sarà dunque di 5 volte 9.
Egli chiama ciò una proporzionale quintupla, o, in termini musicali , un bis diapason 3*).
Il transetto dovrebbe avere una larghezza di sei passi, corrispondente così alla larghezza della [[cappella grande]].
Suggerisce di fare le cappelle su ciascun lato della navata larghe tre passi , secondo ciò egli definisce una proporzione tripla  rispetto alla larghezza della stessa navata (3:9), o musicalmente (3:6:9) un diapason (3:6) e un diapente (6:9 = 2:3)
Il rapporto tra la larghezza delle cappelle minori e quella della [[cappella grande]] è di 3:6,
vale a dire un diapason;  e il rapporto tra la larghezza delle cappelle del transetto e quella delle cappelle di navata dovrebbe essere di 4:3, ossia di un diatessaron 4*).
I consigli del Giorgi, fin qui, vennero applicati.
In effetti molte delle proporzioni dell’edificio eseguito non corrispondono a questi rapporti,
ma le differenze sono trascurabili, e sono dovuti a quei fattori di irregolarità che si verificano nellarealizzazione pratica.
Anche i tre gradini che conducono alle cappelle e alla [[cappella grande]], dal Giorgi suggeriti, e che di fatto il Sansovino aveva progettato, vennero eseguiti.
Il Giorgi non fu però ascoltato per quanto riguarda l’altezza del soffitto, che egli desiderava piatto e a cassettoni, ad un’altezza  che si trovasse, rispetto alla larghezza della navata, nel rapporto di 4:3.
Fondando, in questo modo piuttosto singolare, tutte le proporzioni dell’edificio sulla filosofia pitagorico-platonica dei numeri armonici, il Giorgi ha forse creato un precedente.
Ma i tre uomini, ai quali il promemoria del Giorgi venne presentato per un parere, non mostrarono alcuna indebita sorpresa; e infatti lo approvarono.
Erano un pittore, un architetto e un umanista.
Ciò dimostra che la proporzione architettonica non si riteneva riguardasse soltanto il campo degli architetti ;   l’unità di tutte le arti e scienze faceva si che ogni inizio fosse, in queste materie, un giudice attendibile.
D’altro lato l’eminenza delle persone scelte come consulenti è un chiaro segno dell’importanza che si conferiva alle idee di Giorgi.
Il pittore non era altro che Tiziano;  l’architetto era Serlio; l’umanista era Fortunio Spira.
Giorgi richiede, al termine della sua memoria , che sulla facciata vengano riprese i rapporti dell’interno, [[che per esso si può comprendere la forma della fabbrica e le sue proporzioni]].
Sembra certo che Palladio e da esso derivasse la misteriosa misura di 27 moduli che adottò per la larghezza  della parte centrale nel suo progetto per la facciata.
1*) Forcella d’acciaio che percorsa da il la, serve per accordare gli strumenti musicali;
 2*)Termine musicale impiegato dai teorici greci e del Rinascimento per indicare l'intervallo di quinta giusto;
;  3*) Un disdiapason e un diapente.  
4* Intervallo musicale di quarta perfetto
Segue………………….